Re: "Rip-off" vs. "homage"

What's interesting is that Black Swan is already drawing comparisons to an anime film, Perfect Blue, which Arronofsky holds the rights to (he duplicated the bath tub scene in Requiem for a Dream). Perfect Blue a similar story of a girl losing her way in pursuit of fame and her career. She begins to hallucinate another version of herself and the lines between reality and delusion become blurred.

Cantieri e polemiche, si alza il sipario: "Black Swan" accusato di plagio
Avrebbe copiato un film del defunto Satoshi Kon.

E poco importa se i cinefili hanno già aperto una polemica sul web proprio contro “Black Swan”, accusandolo di aver copiato il film d’animazione “Perfect Blue” del maestro giapponese Satoshi Kon, morto pochi giorni fa. Le affinità, in effetti ci sono, il primo si concentra su una diva del pop che deve recitare in un film una scena di stupro e comincia ad avere le allucinazioni; il secondo opta per la danza, catapulta la Portman nelle prove del "Il lago dei cigni", la costringe a dividere la scena con una seducente nuova arrivata di talento (Mila Kunis), finchè la ragazza non perderà il contatto con la realtà.

9. Paprika Se Dreamscape già proponeva un uomo che entra nei sogni degli altri nel 1984, nel 2006 Paprika (del da poco scomparso Satoshi Kon) è invece proprio un viaggio nel subconscio umano attraverso i sogni in tutto e per tutto identico, nei presupposti e non nelle finalità, a quello di Inception. Sebbene l'idea di Satoshi Kon fosse di creare un'opera immaginifica, incontrollata e delirante (tutto il contrario del rigore e del controllo massimo di Nolan), lo stesso i fan di Paprika (presente!) hanno gridato nella sala buia non appena è stato chiaro quel che faceva Di Caprio.

En esta nota, me voy a centrar en su última gran película: "Inception", y en la que yo creo que es su influencia principal: "Paprika" de Satoshi Kon. La última película hasta la fecha del desaparecido director japonés ya trataba en 2006 sobre el sueño, de tratarlo como un mundo real y de utilizarlo como escenario de la trama para conseguir que tanto los personajes de la historia como el espectador no sepan si lo que ven es un sueño o la realidad. Hay películas anteriores donde ya se utilizaba esta herramienta del sueño como una referencia habitual, como es el caso de "The Cell" del genial Tarsem Singh, sin embargo en ella no se explotaban todas las posibilidades narrativas que podría dar de sí sino que se centraba más en el plano estético y visual, algo muy característico del director indio.

(Aronofsky explicitly referenced Roman Polanski’s “Repulsion,” David Cronenberg’s “The Fly” and Michael Powell and Emeric Pressburger's "The Red Shoes" as cinematic touchpoints.)